mercoledì 30 giugno 2010
Le notizie di Giugno (2)
domenica 20 giugno 2010
Le notizie di Giugno (1)
- Relazione su DDL 228 di conversione DL 31 maggio 2010 n.78 alla Commissione Bilancio del Senato ( 538KB) - mercoledì 09 Giugno 2010 (link al pdf);
- Relazione "tecnica" su DDL 228 di conversione DL 31 maggio 2010 n.78 ( 5,7MB) - mercoledì 09 Giugno 2010 (link al pdf);
- Tabella delle riduzioni delle dotazioni finanziarie del MIUR ( 15KB) - mercoledì 09 Giugno 2010 (link al pdf).
DL 31 maggio 2010 n.78 Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica
venerdì 11 giugno 2010
Manovra finanziaria giudicata iniqua da CUN e CRUI
Nei corso dell'adunanza del 9 giugno 2010 il CUN ha approvato una mozione sul DL 31 maggio 2010 n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” (link al pdf - 61 Kb) nella quale "chiede con forza:
- che quanto prima siano adottati provvedimenti che rimuovano iniquità e penalizzazioni e garantiscano per il 2011 un FFO pari almeno a quello previsto per il 2010,
- la rideterminazione nel 2014 delle classi stipendiali con l’inclusione del triennio 2011-13,
- il mantenimento delle modalità di calcolo e di erogazione delle liquidazioni".
La CRUI, da parte sua, in un comunicato della Giunta datato 11 giugno 2010 (link al pdf - 119 Kb) "in vista della conversione parlamentare del Decreto Legge, la CRUI ritiene indispensabile esentare dal blocco degli scatti il personale ricercatore e docente più giovane, almeno entro la V classe stipendiale di ciascuna fascia, e chiede altresì, per evidenti ragioni di equità, che venga estesa anche ai professori e ai ricercatori universitari la disposizione di cui al comma 22 dell’articolo 9 che ripristina, a conclusione del blocco per il 2011‐2013, scatti e aggiornamenti stipendiali recuperandone gli importi."
E' di particolare conforto e incoraggiamento che il massimo organo di rappresentanza dell'Università italiana e l'associazione maggiormente rappresentativa dei Rettori in carica si siano pronunciati con estrema chiarezza. Qualche tempo fa la Rete29Aprile aveva indirizzato una lettera aperta ai Rettori italiani che li invitava tra l'altro "a valutare seriamente la nostra mobilitazione e a riflettere sulla logica conseguenza della non risoluzione dei motivi della protesta alla quale i Rettori, in quanto maggiori esponenti degli atenei, dovrebbero aderire: la sospensione “per mancanza di risorse”, sia finanziarie sia umane, del prossimo Anno Accademico nelle università italiane." Oggi, anche alla luce di una manovra finanziaria dalle conseguenze per ora ancora pesantissime e insostenibili per l'università, questo invito è ancor più attuale e pressante.
Addendum
Mozione delle Organizzazioni e delle Associazioni dell'Università che nella riunione del 9 giugno 2010, dopo aver esaminato il testo della manovra finanziaria, solleciteranno un incontro urgente con la Presidenza del Consiglio "per rappresentare le seguenti esigenze improrogabili:
− il ripristino del FFO rispetto al 2008;
− la conservazione presso le Università delle intere retribuzioni per cessazione;
− La eliminazione della sospensione degli scatti e degli aumenti della docenza, o quanto meno la loro trasformazione in congelamento temporaneo, al fine di uniformare il trattamento con altri settori del pubblico impiego
− l’eliminazione di tale sospensione per i ricercatori e i professori con meno di 5 anni di anzianità;
− il ripristino della contrattazione per il personale t-a;
− eliminazione dei tagli e sblocco di tutti i fondi previsti per il diritto allo studio ed alloggi universitari."
(link al pdf - 25,6 Kb).
mercoledì 9 giugno 2010
Decreto legge 31 maggio 2010 (“manovra finanziaria”) - Primo esame e proposte conseguenti
APeR – Libera Associazione dei Professori e dei Ricercatori dell’Università dell’Insubria ha esaminato il testo del Decreto Legge 31 maggio 2010, n.78 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica" con particolare riguardo alle ricadute per i professori e i ricercatori universitari.
Nell’attuale versione, pubblicata in G.U. e in discussione in Parlamento, le previsioni principali e più preoccupanti per il prossimo triennio 2011-2013 riguardano:
- l’annullamento degli aggiornamenti annualmente riconosciuti in base ai calcoli ISTAT;
- la cancellazione degli scatti stipendiali.
Si tratta di previsioni pesantemente vessatorie in quanto gli aggiornamenti e gli scatti perduti non vengono in alcun modo recuperati al termine del triennio. Per quanto possa risultare difficile formulare previsioni precise viste le numerose difficoltà interpretative del testo, è stato stimato che – nel migliore dei casi –la perdita per un ricercatore potrebbe arrivare addirittura a 50.000,00 euro nel periodo lavorativo, oltre a più di 9.000,00 euro sulla liquidazione e al 5% in meno nella pensione; per un professore associato rispettivamente a 44.000,00 euro, quasi 9.000,00 euro e il 3% in meno; per un professore ordinario a 13.500,00 euro, 4.400,00 euro e quasi nulla sulla pensione, oltre a 2.400,00 una tantum (per la riduzione aggiuntiva dei redditi oltre i 90.000,00 euro annui). Si veda anche la tabella allegata in calce.
Queste norme rappresenterebbero, ove approvate in questa forma, una palese e inaccettabile iniquità in quanto:
- si chiede esclusivamente ai docenti universitari un sacrificio senza precedenti, le cui conseguenze oltre tutto si protraggono ben oltre la particolare e sfavorevole fase congiunturale che la manovra intende affrontare;
- il sacrificio maggiore viene imposto ai più giovani (per i quali – non bisogna dimenticare – è variato il meccanismo di calcolo del trattamento di fine rapporto e pensionistico, dal metodo retributivo a quello contributivo), con ulteriore e ancor più grave sperequazione.
Nell'ambito del pubblico impiego, per la Magistratura e l'Avvocatura dello Stato – categorie non contrattualizzate come i docenti universitari – è stato previsto analogo congelamento degli scatti stipendiali, seguito tuttavia al termine del triennio dal riconoscimento integrale. Le altre categorie del pubblico impiego, in quanto contrattualizzate, potranno d’altra parte vedersi compensato il danno subito non appena sarà migliorata la situazione economica.
Tutto questo avviene in un quadro di grave e perdurante penalizzazione del settore dell’università e della ricerca: la manovra finanziaria infatti non sana per nulla il pesante taglio ai finanziamenti per l’università operato dalla ben nota Legge 133/08. Oltre tutto, come non bastasse, viene confermato il blocco del turn over per i prossimi anni, durante i quali un numero estremamente elevato di docenti verrà collocato a riposo (come si può facilmente desumere dall’esame dei profili di distribuzione dell’età anagrafica): si determinerà così una perdita secca di posti di ruolo, che – insieme alla drastica riduzione dei fondi – porterà al sostanziale azzeramento delle opportunità di inserimento e progressione di carriera per i più giovani per molti anni a venire.
Tutto questo considerato, APeR ritiene che l’obiettivo minimo e del tutto ragionevole che è necessario porsi a tutela dei professori e dei ricercatori universitari sia l’ottenimento del medesimo trattamento già riservato a Magistratura e Avvocatura, ovvero il riconoscimento degli scatti stipendiali bloccati nel prossimo triennio 2011-2013. Questo non sanerebbe le sperequazioni, ma avrebbe quanto meno l’effetto di attenuarle (si veda ancora la tabella allegata).
APeR ritiene altresì necessario intraprendere quanto prima iniziative utili a richiamare l’attenzione del dibatitto parlamentare su queste considerazioni e proposte, quali ad esempio:
- l’autolimitazione dell’attività didattica dei professori ad un solo corso (come previsto norme vigenti e in particolare dalla Legge 311/58, art. 6);
- la rinuncia da parte dei ricercatori (tenuti per legge unicamente ad attività didattica integrativa) alla copertura di qualsiasi corso frontale.
In ogni caso, raccomanda di rinviare l’adozione di qualsiasi delibera in ordine all’attribuzione di incarichi di insegnamento in attesa della conclusione della discussione parlamentare, prevista per la fine di luglio.
Infine, APeR esorta tutti i docenti dell’Ateneo a sollecitare in tutte le sedi istituzionali gli Organi di Governo, Rettore, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, a prendere posizione e a sostenere l'azione di protesta, necessaria a indurre nel corso della discussione parlamentare in atto un auspicabile e doveroso ravvedimento a tutela dell’università, della ricerca, della cultura e nell’interesse dell’Italia intera.
E’ importante non dimenticare che l’università e la ricerca rivestono importanza strategica per il progresso e la crescita di ogni società, tanto più in periodi di profonda crisi come quello che stiamo attraversando. Nessun paese progredito ha di fatto reagito alla crisi riducendo gli investimenti in università e ricerca, dagli USA di Barack Obama fino – è notizia di questi giorni – alla Germania di Angela Merkel, che nell’ambito di una pur severissima manovra finanziaria da oltre 80 miliardi di Euro ha destinato al comparto dell'istruzione e della ricerca ben 12 miliardi di Euro in più da qui al 2013. Penalizzare ulteriormente università e ricerca sarebbe un imperdonabile errore che l’Italia non può più permettersi di commettere.
Varese-Como, 9 giugno 2010
APeR
Libera Associazione dei Professori e dei Ricercatori
dell’Università dell’Insubria
http://aperinsubria.blogspot.com/
Il testo integrale del comunicato in pdf - 51,4 Kb
Nell’attuale versione, pubblicata in G.U. e in discussione in Parlamento, le previsioni principali e più preoccupanti per il prossimo triennio 2011-2013 riguardano:
- l’annullamento degli aggiornamenti annualmente riconosciuti in base ai calcoli ISTAT;
- la cancellazione degli scatti stipendiali.
Si tratta di previsioni pesantemente vessatorie in quanto gli aggiornamenti e gli scatti perduti non vengono in alcun modo recuperati al termine del triennio. Per quanto possa risultare difficile formulare previsioni precise viste le numerose difficoltà interpretative del testo, è stato stimato che – nel migliore dei casi –la perdita per un ricercatore potrebbe arrivare addirittura a 50.000,00 euro nel periodo lavorativo, oltre a più di 9.000,00 euro sulla liquidazione e al 5% in meno nella pensione; per un professore associato rispettivamente a 44.000,00 euro, quasi 9.000,00 euro e il 3% in meno; per un professore ordinario a 13.500,00 euro, 4.400,00 euro e quasi nulla sulla pensione, oltre a 2.400,00 una tantum (per la riduzione aggiuntiva dei redditi oltre i 90.000,00 euro annui). Si veda anche la tabella allegata in calce.
Queste norme rappresenterebbero, ove approvate in questa forma, una palese e inaccettabile iniquità in quanto:
- si chiede esclusivamente ai docenti universitari un sacrificio senza precedenti, le cui conseguenze oltre tutto si protraggono ben oltre la particolare e sfavorevole fase congiunturale che la manovra intende affrontare;
- il sacrificio maggiore viene imposto ai più giovani (per i quali – non bisogna dimenticare – è variato il meccanismo di calcolo del trattamento di fine rapporto e pensionistico, dal metodo retributivo a quello contributivo), con ulteriore e ancor più grave sperequazione.
Nell'ambito del pubblico impiego, per la Magistratura e l'Avvocatura dello Stato – categorie non contrattualizzate come i docenti universitari – è stato previsto analogo congelamento degli scatti stipendiali, seguito tuttavia al termine del triennio dal riconoscimento integrale. Le altre categorie del pubblico impiego, in quanto contrattualizzate, potranno d’altra parte vedersi compensato il danno subito non appena sarà migliorata la situazione economica.
Tutto questo avviene in un quadro di grave e perdurante penalizzazione del settore dell’università e della ricerca: la manovra finanziaria infatti non sana per nulla il pesante taglio ai finanziamenti per l’università operato dalla ben nota Legge 133/08. Oltre tutto, come non bastasse, viene confermato il blocco del turn over per i prossimi anni, durante i quali un numero estremamente elevato di docenti verrà collocato a riposo (come si può facilmente desumere dall’esame dei profili di distribuzione dell’età anagrafica): si determinerà così una perdita secca di posti di ruolo, che – insieme alla drastica riduzione dei fondi – porterà al sostanziale azzeramento delle opportunità di inserimento e progressione di carriera per i più giovani per molti anni a venire.
Tutto questo considerato, APeR ritiene che l’obiettivo minimo e del tutto ragionevole che è necessario porsi a tutela dei professori e dei ricercatori universitari sia l’ottenimento del medesimo trattamento già riservato a Magistratura e Avvocatura, ovvero il riconoscimento degli scatti stipendiali bloccati nel prossimo triennio 2011-2013. Questo non sanerebbe le sperequazioni, ma avrebbe quanto meno l’effetto di attenuarle (si veda ancora la tabella allegata).
APeR ritiene altresì necessario intraprendere quanto prima iniziative utili a richiamare l’attenzione del dibatitto parlamentare su queste considerazioni e proposte, quali ad esempio:
- l’autolimitazione dell’attività didattica dei professori ad un solo corso (come previsto norme vigenti e in particolare dalla Legge 311/58, art. 6);
- la rinuncia da parte dei ricercatori (tenuti per legge unicamente ad attività didattica integrativa) alla copertura di qualsiasi corso frontale.
In ogni caso, raccomanda di rinviare l’adozione di qualsiasi delibera in ordine all’attribuzione di incarichi di insegnamento in attesa della conclusione della discussione parlamentare, prevista per la fine di luglio.
Infine, APeR esorta tutti i docenti dell’Ateneo a sollecitare in tutte le sedi istituzionali gli Organi di Governo, Rettore, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, a prendere posizione e a sostenere l'azione di protesta, necessaria a indurre nel corso della discussione parlamentare in atto un auspicabile e doveroso ravvedimento a tutela dell’università, della ricerca, della cultura e nell’interesse dell’Italia intera.
E’ importante non dimenticare che l’università e la ricerca rivestono importanza strategica per il progresso e la crescita di ogni società, tanto più in periodi di profonda crisi come quello che stiamo attraversando. Nessun paese progredito ha di fatto reagito alla crisi riducendo gli investimenti in università e ricerca, dagli USA di Barack Obama fino – è notizia di questi giorni – alla Germania di Angela Merkel, che nell’ambito di una pur severissima manovra finanziaria da oltre 80 miliardi di Euro ha destinato al comparto dell'istruzione e della ricerca ben 12 miliardi di Euro in più da qui al 2013. Penalizzare ulteriormente università e ricerca sarebbe un imperdonabile errore che l’Italia non può più permettersi di commettere.
Varese-Como, 9 giugno 2010
APeR
Libera Associazione dei Professori e dei Ricercatori
dell’Università dell’Insubria
http://aperinsubria.blogspot.com/
Il testo integrale del comunicato in pdf - 51,4 Kb
giovedì 3 giugno 2010
Le notizie di Maggio (3)
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