lunedì 23 luglio 2012

LA SCELTA DI PRIN E FIRB = IL REGNO DELL'OPACITÀ

 
LA SCELTA DI PRIN E FIRB = IL REGNO DELL'OPACITÀ

Da qualche settimana sto cercando di capire come funzioni il sistema di selezione dei PRIN; fin ad oggi la selezione era stata fatta a livello centrale, dal MIUR, mentre da quest'anno è stato introdotto un doppio livello di selezione: il primo a livello di Ateneo, demandato alle Commissioni Ricerca presenti in ciascuno, un secondo attuato dal MIUR.

Era mia convinzione, presumibilmente condivisa da larga parte dei colleghi (almeno quelli - l'assoluta maggioranza! - che non sono a parte degli arcana imperii di MIUR, annessi e connessi) che ogni progetto venisse sottoposto a due revisori, ovviamente anonimi, i quali lo valutavano ciascuno in modo indipendente. La media aritmetica delle due valutazioni avrebbe poi deciso la collocazione di ogni progetto nella graduatoria del rispettivo SSD, e quindi il suo finanziamento o meno. Alla conclusione del processo le due valutazioni sarebbero state rese visibili al coordinatore nazionale, che poteva poi farle circolare tra i membri del gruppo di ricerca costruito ad hoc. Poteva andar bene, poteva andar male ma il funzionamento della macchina era chiaro (o meglio: appariva tale).

Spinto dal fatto che la preselezione attuata quest'anno dalla Commissione Ricerca dell'Università di Torino, dove insegno, non aveva inserito nella rosa dei 19 PRIN da inviare al MIUR nessun progetto di area storica, ho chiesto alla Commissione Ricerca di Ateneo di rendere pubblici e i propri verbali, e i giudizi che ogni progetto aveva ricevuto dai revisori (che immaginavo essere due).

Mi sembrava una banale esigenza di trasparenza, posto che se ci si presenta ad una selezione si dovrebbe dare per scontato che si possa ricevere un giudizio negativo. Invece mi son trovato di fronte ad ogni sorta di obiezioni: a) è stata invocata la privacy; b) mi son state ricordate le preoccupazioni che molti colleghi avrebbero espresso circa la possibilità di fare "brutte figure"; c) mi è stato detto che alcuni revisori, in passato, avrebbero usato un linguaggio non troppo "comme il faut" verso progetti e presentatori. Insomma,. Mi son reso conto di trovarmi ad essere membro (se queste descrizioni fossero vere) non di una corporazione di studiosi provetti, dal forte ego e scafati da decenni di ricerca, bensì di un'aggregazione di mammolette dalla sensibilità pari a quelle di virginali educande di un collegio vittoriano. Mah…

Son poi riuscito ad ottenere la pubblicazione dei verbali della Commissione Ricerca di Ateneo, ancorché su una sezione intranet del sito di UniTO, quindi non visibile a chi non sia un dipendente dell'Università, ma nulla da fare sulla visibilità erga omnes delle valutazioni.

Mi è poi stato spiegato, ed in merito ho ricevuto conferme da diverse fonti di altro genere (colleghi di altri Atenei che han fatto o fanno parte delle rispettive Commissioni Ricerca; funzionari del MIUR a cui mi son rivolto), che da parecchi anni la selezione dei PRIN da parte del MIUR avviene sulla base di uno strumento informatico elaborato dal CINECA il quale funziona nel modo seguente: a) il progetto viene sottoposto a due valutatori, chiamiamoli A e B; b) qualora le due valutazioni differiscano tra loro di un numero di punti (da 0 a 100) superiori a 10 entra in campo un terzo valutatore, C; c) a quel punto vengono prese in considerazione le due valutazioni tra loro meno distanti (sempre comprese in un intervallo non superiore a 10 punti) e la valutazione più distante viene scartata; d) se anche la terza valutazione si scosta da entrambe le precedenti di oltre 10 punti entra in gioco un quarto valutatore D e così via.

L'esposizione dettagliata del meccanismo ha provocato in me l'insorgere di considerevoli perplessità: a) mi è parso assai irrazionale in sé: posto che due progetti ricevano entrambi un giudizio A di 100 punti ed un giudizio B di 80, se il valutatore C del primo gli dà 91 il progetto riceve un giudizio medio di 95,5, mentre se il valutatore C del secondo progetto gli attribuisce 89 il suo giudizio complessivo diventa 84,5…; b) questa modalità di funzionamento del meccanismo non è mai stata resa nota alla globalità dei docenti e nemmeno è stata resa pubblica sui siti appositi che MIUR e CINECA dedicano ai PRIN. Perché? Che potesse esistere un terzo giudizio, poi scartato, era cosa non visibile nemmeno ai coordinatori nazionali, i quali sul loro sito docente potevano leggere solo i due giudizi presi in considerazione, l'eventuale terzo (quarto, quinto, ecc.) no. Perché?

Ho poi appreso che il sistema finora descritto era stato proposto dal CINECA alle Commissioni Ricerca di Ateneo quest'anno incaricate delle preselezioni; in proposito la CRUI avrebbe convocato una riunione di tutti i responsabili delle Commissioni nel marzo scorso. La CRUI??? Ulteriore obiezione mia: ma che titolo ha la CRUI per fare un'operazione del genere? La CRUI è una rispettabilissima associazione privata di Rettori, certamente autorevole, ma non ha assolutamente alcun ruolo istituzionale (come invece ha il CUN, ad esempio). La CRUI è una specie di Rotary Club, nulla di meno, nulla di più. Chi al MIUR ha deciso di attribuirle la facoltà di convocare la riunione su ricordata? O ha permesso che la CRUI se l'attribuisse? Sarebbe esilarante, se non fosse assai preoccupante, il paralogismo oppostomi sul tema da un cortese funzionario del MIUR: "Dato che il Rettore è il legale rappresentante dell'Ateneo, la CRUI rappresenta legalmente tutti gli Atenei…". Nuovamente, mah…

Proseguiamo: il collega, gentilissimo e disponibile, che presiede la Commissione Ricerca di UniTO ha dichiarato che il sistema in questione è stato prescelto dall'Ateneo per ovvi problemi di tempo, anche se la Commissione si è riservata un ulteriore spazio per spostamenti, giudicati opportuni, nelle graduatorie, ma comunque ha fatto proprio il modello di gestione delle valutazioni sopra descritto. Colleghi di altre Università mi han però comunicato che quella gestione non era affatto vincolante: era invece data possibilità alle Commissioni di Ateneo di tener conto delle medie tra le prime due valutazioni, di chiederne una terza nel caso di una forchetta superiore ai 10 punti tra esse e poi di far la media tra tutte e tre le valutazioni e così via. Insomma gli spazi quanto meno a livello locale c'erano; dove si è scelto il sistema CINECA in blocco o quasi è stato perché si è deciso in tal senso. Così è avvenuto, senz'ombra di dubbio, a UniTO.

In ogni caso, non risulta che le Commissioni Ricerca abbiano ritenuto opportuno chiarire a tutti i colleghi del proprio Ateneo come avrebbero operato la preselezione. Interpellati in proposito, i cortesi funzionari MIUR prima citati mi han fatto sapere che nella ricordata assemblea promossa dalla CRUI era stata data informazione a tutti i Rettori, quindi per loro funzionari la conoscenza della macchina era data per scontata a tutti i livelli. Un buon esempio di emanatismo tardo platonico…

In sintesi, anche per quanto riguarda i PRIN mi pare si possa sostenere che l'opacità regni sovrana.

A me pare imprescindibile porre invece le seguenti richieste:

a) Le modalità di selezione dei progetti (PRIN e non PRIN, anche i FIRB sono nella stessa situazione ora descritta) devono essere rese pubbliche ed essere visibili sui siti istituzionali del MIUR e del CINECA oltre che dei diversi Atenei; qualora si faccia uso di software appositi il loro funzionamento deve essere spiegato con chiarezza ed essi devono poter essere scaricabili, per i controlli opportuni che ciascuno ha il diritto di intraprendere sul loro funzionamento;

b) Tutte le valutazioni (ovviamente anonime) che ogni progetto riceve devono essere visibili a tutti (salvaguardando l'anonimato dei valutatori!) una volta conclusi i processi di selezione. Trattandosi di selezioni pubbliche, non può essere invocata in alcun modo la privacy; se qualche studioso è di pelle eccessivamente delicata e ritiene di non poter sopportare un pubblico giudizio negativo si asterrà dal presentare progetti. Si consideri inoltre come la certezza di vedere il proprio giudizio sia pur anonimamente pubblicato rappresenti certamente una remora forte all'eventuale stesura di valutazioni apertamente denigratorie verso la persona del proponente.

c) In ogni fase del percorso di valutazione dei progetti devono essere coinvolti solo e soltanto organi di natura istituzionale, e nessun ruolo devono invece avere strutture di natura del tutto privata come la CRUI. Non ho nulla contro le lobbies, ma - come è usuale nel mondo anglosassone - una lobby è una lobby, un'istituzione è un'istituzione.

Brunello Mantelli 
 
Professore Associato
SSD: M-STO/04
Torino, 22 luglio 2012

PS: quando le mie richieste di chiarimento erano già partite ed avevano assunto forma pubblica, la Commissione Ricerca di UniTO, servendosi dell'opportunità di ripescaggio a quel punto concessa dal MIUR, ha aggiunto ai 19 PRIN già preselezionati un ulteriore, ventesimo. Di area storica. Un progetto di grande respiro (non si tratta del mio!), del cui "salvataggio" in zona Cesarini sono estremamente lieto, e per il suo valore e per la statura internazionale dei colleghi coinvolti. Ad ulteriore conferma però che non di rado "oportet ut scandala eveniant".

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